"Ora il beato Tommaso apostolo predicò l'Evangelo nell'India, e, operando molteplici miracoli, convertì molti. E, quando trovò in tutti i templi degli idoli la stella con il bambino e il segno della croce, apprese dai pontefici di quei templi la ragione di tale simbolo, secondo quanto avanti abbiam detto, e i pontefici lo informarono pure di tutte le cose che erano accadute ai tre Re.
Quando ebbe udite tali cose, l'apostolo, fatto pieno di grande letizia e di Spirito santo, fedelmente annunziò la natività del Signore e la sua infanzia, la divinità ed umanità, la passione e la ressurrezione, che egli aveva palpato con le sue mani.
E, per grazia di Dio, in virtù di prodigi e di dottrina, convertì alla fede e battezzò gli stessi pontefici e molte persone; e loro spiegò con umiltà e diligenza, il significato di questa stella, della croce e del bambino; e, abbattuti gli idoli, consacrò quei templi al Cristo.
(...)Ora, il beato Tommaso, dopo che ebbe convertiti e battezzati molti, dopo aver consacrato chiese ed ordinato vescovi, preti e ministri di Dio, pervenne finalmente ai regni dei tre Re.
E li trovò ancora viventi nella carne, sani e vecchi, in attesa che si verificasse per loro quanto anche il giusto Simeone aveva atteso, poichè da tempo avevano chiesto in preghiera, - e ne avevano ricevuto risposta in ispirito, - di non vedere la morte, se prima non fossero stati rigenerati in virtù dell'acqua e dello Spirito, e se non avessero compiutamente saputo del bambino che avevano adorato.
Giunse, dunque, presso i Re, la fama degli atti, della predicazione e dei miracoli del beato Tomaso, ed essi si prepararono, con tutti i loro principi e nobili e popolani, e si portarono da lui.
E il beato Tomaso li accolse con grande gioia, e li illuminò circa tutte le cose che Gesù aveva fatto ed insegnato, ed abbondantemente li informò della passione e della resurrezione di lui, e del battesimo, senza del quale nesssuno può essere salvo.
E li battezzò con tutte le loro genti. Ed essi, fatti subito pieni di Spirito santo, si aggiunsero all'apostolo per predicare il verbo di Dio. (...)Tomaso, dopo che ebbe convertiti tutti alla fede in quelle regioni, consacrò vescovi i tre Re.
Ed essi, a loro volta, scelsero, fra mezzo al popolo, persone senza macchia e le ordinarono vescovi e preti; e consacrarono a Dio e alla sua Madre tutti i templi; e dotarono largamente di proprietà e benefici questi ed altri ministri di Dio.
(...)Dopo la partenza e la morte del beato Tomaso, i tre Re, già ordinati vescovi, peregrinarono per tutte le città e tutti i villaggi, e vi costruirono molte chiese, ordinandovi preti e ministri di Dio. E, messa da parte ogni mondana vanità elessero come perpetua dimora la città di Seuva, e, con l'ausilio di Dio e degli altri vescovi e preti, da lì governarono le terre e i regni loro, nello spirituale e nel teporale. E tutti i popoli obbedirono loro non per timore, ma per amore, non come signori, ma come padri, e li amarono di amore non apparente.
Due anni prima della loro felice morte, mentre erano già avanzati negli anni, essi vollero che si riunissero tutti i principi, i nobili, i vescovi e i preti del loro regno. Ora i Re non avevano figli o eredi, né mai ebbero regine o concubine.
Secondo quanto è scritto nei Libri Santi, è comune e fondata credenza che conservarono la verginità fino alla morte; e, come furono la primizia delle genti nella fede, furono anche la primizia delle genti nella dignità verginale. (...)Così, riuniti tutti i vescovi, i preti, i nobili ed il popolo, tutti esortarono a rimanere stabili nella fede che loro aveva predicato il beato Tomaso.
E, come erano ivi riuniti, li invitarono ad eleggere un uomo degno ed idoneo, (...) al quale dovesse essere affidato il governo di tutte le cose spirituali al posto del beato Tomaso (...)E in Seuva, nella chiesa che avevano regalmente eretta si fecero preparare un tumulo di regale forma, ed avvicinandosi la festa della Natività del Signore, celebrarono un solenne officio divino.
E, nell' ottava della Natività del Signor, Melchiar, dopo aver solennemente celebrato l'ufficio divino, nell'anno centesimo decimo sesto di sua vita, in presenza di tutto il popolo, chinò la testa e dolcemente si addormentò nel Signore, senza provare dolore.
E gli altri due Re, con tutti i nobili ed il popolo, riposero il corpo di lui nel tumulo, con regale cerimoniale, come era conveniente, dopo averlo rivestito degli abiti regali e sacerdotali e dopo averlo unto con aromi.
Indi, nel quinto giorno, che è la festa dell'Epifania, Balthasar, nell'anno centododicesimo di sua vita, dopo aver celebrato solennemente la messa, dinanzi a tutto il popolo, senza dolore alcuno, riposò nel Signore: e lo riposero con pari solennità, presso il corpo del Re che era morto prima di lui.
E nel sesto giorno seguente, Jaspar, nell'anno centesimo nono di sua vita, compiuto divotamente l'ufficio divino, dinanzi a tutti quelli che erano presenti, senza dolore, seguì nel Signore gli altri due Re.
Ed egli anche, secondo il costume reale, fu deposto nel sepolcro presso i corpi dei primi due Re.
In presenza di tutti, i corpi dei primi due Re, che erano stati insieme deposti nel sepolcro,ricevettero in mezzo a loro il corpo del terzo Re: ed erano disposti in piedi come se fossero vivi.
E così, come si amarono in vita, anche in morte non rimasero separati.
E la stella, che era apparsa prima del loro trapasso, secondo quanto narrato, rimase immobile, fino a quando i loro corpi non furono da li trasferiti altrove ".
(Giovanni da Hildesheim, Storia dei Re Magi, Newton Compton, 1980)
Nessun commento:
Posta un commento